Riassunto dell´articolo originale pubblicato su Scientific American
"July 19, 1985: The Val di Stava dam collapse"
"July 19, 1985: The Val di Stava dam collapse"
Le dighe dei bacini della miniera di Prestavel crollarono il 19 luglio alle 12:22:55. La colata di fango risultante distrusse il paese di Stava e il fondovalle della valle di Stava - perirono 268 persone , 62 edifici furono distrutti e 8 ponti demoliti.
Fig.1. La distruzione nella valle (immagine tratta da Wikipedia).
I due bacino erano stati utilizzati per accumulare e essiccare le scorie e il fango risultante dall´estrazione di fluorite dalla montagna di Prestavel. Il primo bacino di decantazione era stato costruito dal 1961 al 1969, nell´ultimo anno fu deciso di costruire un secondo bacino al di sopra del primo. Le dighe dei bacini sono state costruite semplicemente separando materiale grossolano da acqua e fango, e utilizzando la sabbia, ciottoli e rocce come materiale per rinforzare lo stesso bacino, una modalità di costruzione economica, ma adeguata solo per bacini di piccole dimensioni.
Fig.2. I due bacini, da una fotografia contemporanea (tratto da ANNOVI).
Nel 1974 l'amministrazione del comune di Tesero richiede un controllo di sicurezza e stabilità per i due bacini, il controllo (oggi considerato incompleto) viene condotto nel 1975 e conclude che il gradiente di inclinazione delle dighe è "straordinario" e la stabilità della costruzione "ai limiti". Tuttavia la compagnia mineraria fornisce alle autorità una relazione positiva per la sicurezza, e la diga negli anni successivi viene incrementata in altezza, con l'unico compromesso che l'inclinazione è stata ridotta a un massimo valore di 4°.
Tra il 1978 e il 1982 i due bacini non sono in uso, nel 1982 fino al 1985 vengono riutilizzati per le scorie della miniera. In tutti questi anni le dighe e bacini non vengono controllati, non dalla società mineraria, né dalla pubblica amministrazione responsabile per le attività estrattive della Provincia di Trento.
La diga superiore crolla per prima, impattando sul bacino inferiore causando il crollo anche di questo bacino.
Fig.3. I resti delle due vasche dopo il crollo (figura da LUCCHI 1995).
Circa 180.000 metri cubi (dal volume totale dei due bacini di 300.000) di fango, sabbia e acqua vengono rilasciati nella valle di Stava e verso il paese di Stava con una velocità di 90 km/h. L´ondata della colata erode 40.000 a 50.000 metri cubi di terreno e li incorpora nel flusso. La colata di fango raggiunge il villaggio in 50 secondi, schiantandosi contro gli edifici, poi continua per tre minuti fino a raggiungere il fiume Avisio a 4 chilometri di distanza, distruggendo ogni cosa sul suo cammino.
Fig.4. Immagina aerea della Valle Stava prima e dopo il disastro (tratto da W.I.S.E.).
L'inchiesta sul disastro conferma che le dighe e bacini erano scarsamente controllati e il margine di sicurezza era troppo piccolo. Come ultima causa del crollo della diga superiore è considerata una perdita d'acqua da un tubo nel bacino, usato per drenare l´acqua e piegato dal peso dei sedimenti accumulati nel bacino si rompe. La pressione dell'acqua crescente nella diga, in combinazione con la saturazione d'acqua dei sedimenti, ha causato infine probabilmente la catastrofe.
Bibliografia:
LUCCHI, G. (1995): Stava perchè. Editore Cuca & Genovese. Trento
Risorse online:
ANNOVI, A.(/): La frana di Stava. Visitato 18.07.2010
World Information Service on Energy (13.05.2009): The Stava tailings dam failure (Trento, Italy). Visitato 18.07.2010
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