10 giugno 2012

L'isola dei mostri

Nei tempi antichi creature diverse dalla norma o controcorrente alle convenzioni, erano considerati come segni divini - mostri, dal termine "monere" - che significa mettere in guardia. Questi presupposti mostri non comprendevano solamente organismi deformi, ma anche animali reali di lontane terre e isole sperdute, ma che differivano nelle loro dimensioni dagli "animali comuni". Nell´anno 1528 l´astronomo e cartografo italiano Benedetto Bordone per esempio pubblico la sua opera "Isolario", un resoconto universale della cultura e geografia delle isole del Mediterraneo. In essa menziona la peculiarità di alcune di queste isole, su cui si trovano intere montagne costituite solamente da ossa di animali - e forse anche di giganteschi umani! Anche lo storico cipriota Leontios Machairas nella sua "Cronologia di Cipro" descrive questi accumuli di ossa e aggiunge che si tratta dei resti dei primi missionari cattolici, che dopo l´arrivo sull´isola furono massacrati dalla locale popolazione.
Il naturalista francese Cuvier tra il 1804 e 1824 esamina i presunti resti umani nella collezione del muso di Parigi e li identifica come ossa di diverse specie d'ippopotami. Sorprendentemente dopo questi primi promettenti risultati la paleontologia dedicata alle faune delle isole del Mediterraneo farà pochi progressi, anche per via della difficoltà di visitare le singole isole, che spesso non possiedono neanche porti per grandi navi e tantomeno infrastrutture per i pochi visitatori che ci approdano.
Solo nei primi decenni del 20° secolo un'intrepida naturalista amatoriale rivoluzionerà le conoscenze sulle peculiare specie di mammiferi che si sono evolute ed adattate ad un ambiente isolato com´é una isola. 
La scozzese Dorothea Bate era nata nel 1878 nel piccolo paese di Carmarthen nel South Wales. La sua famiglia incoraggiò l´interesse naturalistico della giovane ragazza, soprattutto per i fossili. Ma a quei tempi non céra la possibilità per una donna di intraprendere una vera e propria carriera accademica - la Bate finanzio gran parte de suoi studi e ricerche di tasca propria. Nel 1904 fu invitata da conoscenti sull´isola di Cipro. In questo periodo visito anche l´isola di Creta. Scopri diverse specie fossili ed endemiche di queste isole - tra cui una specie di cervo - Candiacervus - e di roditore - Mus minotaurus. Dorothea fu la prima a notare e investigare alcune peculiarità di queste e alter specie endemiche d'isole. Le specie di proboscidati Elephas cipriote ed Elephas creticus erano animali di dimensioni ridotte se comparati alle specie dello stesso genere, ma viventi sulla terraferma.

"Varie forme di elefanti nani, di ippopotami e di cervi si svilupparono in certe aree della regione mediterranea durante la prima fase del Pleistocene. Quando si formarono le isole di Malta, Creta e Cipro, la popolazione animale, che si trovò circoscritta entro precisi limiti geografici e sottoposta e obiettive restrizioni, finì con lo sviluppare diversi esemplari piccolissimi. Verso la fine del Pleistocene, quando Malta era completamente circondata dal mare, si sviluppò una forma locale di elefante nano il Loxodonta falconeri alto meno di un metro e non più grosso di un pony." da SPINAR 1976. Interessante anche la scoperta pubblicata nel 2012 di Mammuthus creticus.
 


In contrasto la specie di ghiro Hypnomys morpheus, specie estinta delle isole Baleari, era un gigante con i suoi 20 cm di lunghezza corporea. I motivi evolutivi di questo nanismo/gigantismo insulare non sono ancora ben chiari. Una spiegazione assume per animali grandi un adattamento alle limitate risorse di un´isola, poiché un organismo piccolo richiede meno cibo. Animali piccoli invece sfruttano la mancanza di predatori o concorrenza con altri organismi su un'isola, e crescono in dimension - in alternativa il gigantismo o nanismo insulare non dipende cosi strettamente dalle dimensioni degli antenati, ma più generalmente dalla tendenza evolutiva in direzione del uno, o dell'altro estremo, specifica del gruppo animale.

Anche le isole italiane in passato ospitavano delle peculiari specie endemiche con esempi di nanismo e gigantismo insulare. Nel 1830 il parroco Sciná decide di scavare i sedimenti della Caverna di San Ciro, vicino a Palermo, per determinare se veramente, come alcuni credevano, contenevano le ossa di giganti. Anche qui fu il grande Cuvier a determinare  l´origine fossile delle ossa  di elefante e di ippopotamo. Un anno dopo il naturalista irlandese Joseph Pentland pubblica i primi resoconti scientifici sui fossili siciliani, descrive ossa d'ippopotamo della Caverna dei Ben Fratelli (Palermo) e suggerisce che si tratta di una specie sconosciuta. Il tedesco Christian Hermann Von Meyer dedicherà questa specie al naturalista irlandese e la chiamerà Hippopotamus pentlandi.
Un interessante sito fossilifero sarà studiato nel 1859 - la Caverna di San Teodoro, nei dintorni di Acquedolci, che restituisce resti di elefante nano e della sub-specie di iena C.crocuta subsp. spelaea, Goldfuss 1832. La caverna di San Teodoro e l´ultima bastione di questi animali sul continente europeo alla fine del Pleistocene.

Anche la Sardegna ospitava peculiari mammiferi - tra cui Prolagus sardusspecie di lagomorfo estinto descritto nel 1829-1832 sulla base di materiale fossile proveniente da Cagliari, dal zoologo tedesco Rudolf Wagner. Alcune note storiche lasciano supporre che questa specie potesse essere sopravvissuta in piccole isole prossime alla Sardegna (come Tavolara) fino a 300 anni fa, o addirittura fino alla seconda metà dell' '800....il prete e naturalista amatoriale Francesco Cetti (1726-1778) descrive nel 1774 un´ "isola abitata da ratti giganti."

Bibliografia:

BURNESS, G.P.; DIAMOND, J. & FLANNERY, T. (2001): Dinosaurs, dragons, and dwarfs: The evolution of maximal body size. PNAS Vol. 98(25): 14518-14523
GEER, A.v.d.; LYRAS, G.; VOS, J.d. & DERMITZAKIS, M. (2010): Evolution of Island Mammals - Adaption and Extinction of Placental Mammals on islands. Wiley-Blackwell: 479+26 plates

KURTÈN, B. (1968): Pleistocene Mammals of Europe. Weidenfeld and Nicolson, London
SHINDLER, K. (2007): A knowledge unique: the life of the pioneering explorer and palaeontologist, Dorothea Bate (1878-1951). In BUREK, C. V. & HIGGS, B. (eds) The Role of Women in the History of Geology. Geological Society, London, Special Publications 281: 295-303
SMITH, F.A.; BOYER, A.G.; BROWN, J.H.; COSTA, D.P.; DAYAN, T. et al. (2010): The Evolution of Maximum Body Size of Terrestrial Mammals. Science 26 Vol.330 (6008): 1216-1219
SPINAR, Z.V. (1976): Quando l´uomo non c´era. Fratelli Fabbri Editori, Milano: 228

Nessun commento:

Posta un commento