12 settembre 2012

Il "Rio delle Foglie"

La gola del Bletterbach - il "Rio delle Foglie" - comune di Aldino/Radegno -  è considerato ( o almeno dovrebbe essere …) un sito fossilifero di fama globale, dato che ha restituito l´insieme più completo di orme di rettili del Permiano superiore, con 8 icnogeneri e 9 icnospecie classificati finora (di cui - tra l´altro - si parla anche in questo post).
La storia comincia nel 1946, quando il paleontologo Piero Leonardi si mette sulle tracce della flora permiana dell´Arenaria della Val Gardena, conosciuta già dal 1877. Incuriosito da un resoconto sui fossili di piante ritrovati nel Bletterbach, si mette in contatto con l´autore dell´articolo, l'ingegnere Leo Perwanger. Insieme scoprono ulteriori fossili e alcune lastre con delle impronte di rettili. Dopo alcune stagioni di scavo, nel 1951 Leonardi pubblica i risultati, e realizza l´importanza del sito. Le ricerche nel sito del Bletterbach sono stati proseguiti dal 1973 fino ai giorni nostri. 

La risalita della gola che il rio ha scavato nel fianco della montagna del Weißhorn (2316 m) offre la possibilità di attraversare l´intera successione sedimentaria del Permiano superiore (circa 250 milioni di anni). Le impronte fossili provengono da una successione di arenarie e strati di argille, depositate in una vasta piana fluviale con un clima semidesertico. Strati di gesso sono indicatori di locali o temporali  trasgressioni marine e lo sviluppo di un ambiente di playa o sabkha

Fig.1. La profonda ferita inflitta dal´erosione al Weißhorn (2316 m).

 Fig.2. La successione stratigrafica del Permiano superiore (circa 250 milioni di anni), formazione della Arenaria della Val Gardena.

 Fig.3. Strati di gesso formati in un ambiente con forte evaporazione (simili alle odierne sabkha) e superimposti da sabbie di dune eoliche.
L'ambiente fluviale era colonizzato da vegetazione sparsa, come dimostrano orizzonti pedogenetici con riconoscibili impronte di radici di piante. Resti macroscopici di piante sono rari e perlopiù frammentari, spesso recuperabili solo come patina carboniosa localizzata in singoli strati. Ma l'aspetto superficiale può ingannare, dato che la conservazione a livello microscopica è eccellente. Nelle cuticole delle piante preservate è riconoscibile la struttura del tessuto, inoltre la successione sedimentare ha restituito una ricca associazione di pollini preservati col materiale organico originale.

 Fig.4. Orizzonti pedogenetici con strutture riconoscibili, interpretate come impronte di radici di piante.

Fig.5. Gesso e materiale organico di un presunto paleosuolo.

 Fig.6. Dettaglio di frammenti vegetali.

 Una recente pubblicazione descrive ora in più dettaglio l´associazione di piante rinvenuta durante le ultime fasi di scavo (Communicato stampa del Museo di Storia Naturale di Bolzano) - 15 specie, tra cui spicca una foglia attribuita a Ginkgoales  - che se confermata, risulta il più antico reperto finora rinvenuto di questo gruppo.

BIBLIOGRAFIA:

AVANZINI, M. & WACHTLER, M. (1999): Dolomiti La storia di una scoperta. Athesia S.a.r.l. Bolzano: 150
AVANZINI, M. & TOMASINI, R. (2004): Giornate di Paleontologia 2004 Bolzano 21-23 Maggio 2004 Guida all´escursione: la gola del Bletterbach. Studi Trentini di Scienze Naturali - Acta Geologica Supplemento al v.79 (2002):1-34
LEONARDI, G. (2008): Vertebrate ichnology in Italy. Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 83 (2008): 213-221

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