21 aprile 2014

L'Uovo gigante tra Leggenda e Realtà

Nell´anno 1658 l´ammiraglio Ètienne de Flacourt pubblico la sua "Histoire de la Grande Isle de Madagascar", una dettagliata cronaca storica e naturalistica dedicata al Madagascar e frutto della sua esperienza come governatore dell´isola tra il 1648 al 1655. In quest'opera menziona anche uno strano uccello, che si nascondeva nelle foreste impervie dell´entroterra:
 
"Vouronpatra, un´grande uccello che abita gli Ampatres* e depone le uova come lo struzzo: a qualora la gente locale non lo catturi, si ritira nelle regioni più desolate."
*Ampatres significa "zona paludosa" nella lingua nativa, Vouronpatra è un termine combinato tra Vorona, che significa uccello, e Patra, appunto palude

Fig.1. Uovo indeterminato del Madagascar.
 
Altri resoconti aggiungevano ulteriori inquietanti dettagli, le uova di questo misterioso uccello erano descritte otto volte più grandi di quelle dello struzzo (che raggiunge un'altezza di due metri e mezzo) e venivano usate dai nativi come serbatoi d´acqua potabile. Di fatto nel 1832 il naturalista Victor Sganzin osserva un mezzo uovo usato come scodella dai nativi. Nel 1848 il capitano M. Dumarele raccontava di uno strano incontro sulla propria nave. I nativi avevano portato un uovo vuoto con una capienza di tredici bottiglie di vino (e che volevano aver riempito con il Rum) a bordo. A richiesta d´acquisto dello strano oggetto, rispondevano che un uovo cosi grande e completo era merce troppo rara per essere venduta e ancora più raro era l´uccello che lo deponeva.

Poiché a parte di questi strani racconti mancavano prove tangibili, queste storie furono ritenute dai naturalisti del vecchio continente perlopiù leggende o fiabe. Già nel tredicesimo secolo Marco Polo aveva raccontato di aver visto alla corte del Kublai Khan uova gigantesche, che provenivano da un'isola a largo dell´Africa. Le uova - cosi i naturalisti di quei tempi - provenivano dal mitico Roc, un uccello rapace talmente grande che riusciva a cacciare gli elefanti - ovviamente una impossibilita zoologica.
 
Nel 1840 un esploratore mando frammenti di alcune grandi uova allo zoologo francese Paul Gervais, che però gli identifico come proveniente da un tipo di struzzo. Solo nel 1851 l´esistenza di un grande uccello endemico del Madagascar divenne ufficiale, con tre uova (con una lunghezza fino a 34 centimetri e con una capienza sei volte superiore a un uovo di struzzo) recuperate e presentate insieme a dei frammenti di ossa alla Académie des Sciences di Parigi. Appena dodici anni prima il naturalista britannico Richard Owen aveva descritto una specie di uccello gigante fossile dalla Nuova Zelanda - il Moa - , basandosi solamente su reperti frammentari. Il naturalista Geoffrey-Saint-Hilaire denominerà l´uccello del Madagascar Aepyornis maximus. Solo quindici anni più tardi si scoprirà uno scheletro completo di questa specie fossile, anche chiamata "uccello elefante" per via delle dimensioni delle ossa recuperate.
 
Fig.2. Ricostruzione di Aepyornis maximus da BURIAN 1972.

Il racconto del Vouronpatra pone un interessante quesito - potrebbe il mito essere basato su incontri dei nativi con una specie di uccello elefante sopravvissuta fino ai tempi moderni?
 
Un´ipotesi verosimile. Esiste un caso simile abbastanza ben documentato. Nei miti dei Maori della Nuova Zelanda i Moa giocano un importante ruolo ed esistono anche storie di caccia da parte dei Maori a queste creature. Anche basandosi sulla "freschezza" delle leggende raccolte dai primi coloni europei, si ha ipotizzato che alcune specie di Moa sopravvissero fino al 1800. Reperti archeologici supportano in parte questa ipotesi, poiché datano l´esistenza di alcune specie di Moa fino al 1600.
 
Nel caso dell´uccello elefante la situazione è un po' più incerta. La mitologia sul Vouronpatra, come riportata da Flacourt, sembra essere molto meno sviluppata e molto più vaga che nel caso dei Moa e dei Maori.
 
Rimangono tre ipotesi verosimili:
 
-    L´uccello era visto come una preda - anche se preda molto rara - di un comune animale, non come un elemento mitologico. Ipotesi più intrigante, poiché sposterebbe la data dell´estinzione di questa specie in tempi storici.
 
-    Potrebbe trattarsi di un mito primordiale molto antico, di cui si sono persi nei secoli gran parte degli elementi, il che spiegherebbe la sua struttura molto semplice. I dati archeologici più recenti della convivenza tra uomini e uccelli elefanti datano difatti indietro quasi 2.000 anni.
 
-    Potrebbe trattarsi di un mito basato anche solamente sul ritrovamento delle uova fossili, il che spiegherebbe il perché l´animale "viveva" in zone inaccessibili (e perciò non era mai stato visto da vivo) dell´isola.
 
Bibliografia:
 
HEUVELMANS, B. (1995): On the Track of Unknown Animals. Kegan Paul International, London: 677

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