6 giugno 2015

La Geologia del D-Day

In preparazione per il D-Day e l´invasione della "roccaforte nazista" il 6 giugno 1944 non solo  strategia, organizzazione e potenza militare degli alleati furono decisive, ma anche la geologia della Normandia. 

L´affluenza di diversi grandi fiumi tra i porti di Le Havre e Cherbourg ha creato grandi zone sabbiose su cui era possibile approdare con speciali veicoli anfibi. Nel gennaio 1944 dei subacquei della intelligence britannica recuperarono alcuni campioni di sabbia, geologi dovevano analizzare la mineralogie e la granulometria delle spiagge per poter decidere se la sabbia poteva portare i pesanti mezzi militari – senza carri armati era quasi impossibile espugnare i bunker costruiti dai tedeschi sulla spiaggia e liberare la via per le truppe.
 

Fig.1. Carta strategica con gli avanzamenti alleati e carta geologica semplificata. Grandi fiumi che trasportano sedimenti dall´entroterra composto da rocce metamorfiche e sedimentarie hanno creato delle spiagge sabbiose, abbastanza stabili per pesanti mezzi e l´invasione con truppe. Gli alleati conquistarono prima le zone calcaree, ideali per costruzioni dell´infrastruttura e l´importante campo d'aviazione britannico.

L´entroterra della Normandia é caratterizzato dall´altopiano di Calvados, composto da calcaree giurassico e coperto da un sottile strato di sabbie eoliche depositate li durante l´ultima era glaciale. Questo paesaggio quasi piano é asciutto era un luogo ideale per costruire piste d´atterraggio, dato che solo con degli aeri era possibile garantire l´approvvigionamento delle truppe alleati nel corso della battaglia per la Francia. La zona offriva anche buone rocce per costruzione di edifici e infrastrutture. Dall´acquifero nelle formazioni calcaree gli alleati poterono anche pompare fuori l´acqua potabile.

L´invasione della Normandia non solo fu influenzata dalla geologia, ma a sua volta ha cambiato la geologia. Nelle sabbie e sedimenti delle spiagge ancora oggi si trovano piccoli sfere magnetiche e gocce di vetro. All´impatto col suolo le granate sparate esplodono e fondono in parte la sabbia e il metallo dell´ordigno, raffreddandosi il metallo assume le forme di piccole gocce e sfere, rese luccicanti dal continuo moto delle onde.
 

Alcuni geologi stimano che questi sedimenti antropici sopravviveranno alcuni centinaia a migliaia di anni, forse, depositandosi nei crateri creati dalle esplosioni, si formerà, nel corso di milioni d´anni, anche una nuova formazione geologica - la traccia della follia umana impressa nelle rocce stesse.

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