È riportata la notizia sul "Corriere della sera" di un crollo e caduta massi nel massiccio del Latemar (Trentino-Alto Adige) il 2. ottobre - evento in una zona turistica per fortuna senza conseguenze gravi . Tra le varie cause del crollo viene anche citato il degrado del permafrost, cioè materiale congelato con temperature perenni sotto gli 0°C. È vero che negli ultimi anni sono state osservate varie frane nell´ambiente alpino e sopra un'elevazione di 2.500 metri (limite inferiore generalizzato del permafrost nelle Alpi) e che il Latemar raggiunge i 2.800 metri, comunque in questo caso non è l´unica è la più plausibile spiegazione.
Il gruppo del Latemar è un'antica piattaforma carbonatica del Triassico medio e le rocce carbonatiche sono generalmente già molto fratturate per via dell´innalzamento tettonico delle Dolomiti dal Cretaceo in poi. Inoltre questo tipo di roccia è molto vulnerabile all´erosione meccanica, i forti sbalzi di temperatura in quest' altitudine e soprattutto il congelamento dell´acqua piovana nelle fessure delle pareti provoca grandi forze che fratturano incessantemente le pareti e spuntoni di queste montagne.
Non sembra causale che la frana è avvenuta agli inizi di ottobre, quando le temperature durante il giorno sono ancora elevate, ma le notti già fredde. Anche la frana nella Val Fiscalina 4 anni fa è avvenuta a meta ottobre.
Non sembra causale che la frana è avvenuta agli inizi di ottobre, quando le temperature durante il giorno sono ancora elevate, ma le notti già fredde. Anche la frana nella Val Fiscalina 4 anni fa è avvenuta a meta ottobre.
In ogni caso questo evento è il normale processo di erosione in un ambiente di montagna come sono le Dolomiti.
Risorse online:
NERI, C.; GIANOLLA, P.; FURLANIS, S.; CAPUTO, R. & BOSELLINI, A. (): Note illustrative della Carta Geologica d´Italia alla scala 1:50.000 foglio 029 Cortina d´Ampezzo. APAT - Servizio Geologico d´Italia.
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