28 dicembre 2011

Il Maremoto del 1908 a Messina

Era la mattina del 28. dicembre 1908, alle 5:20, quando una serie di scosse con delle magnitudo di 6.7-7.2 e una durata complessiva di 30-42 secondi colpirono la città di Messina. Il terremoto danneggio o distrusse quasi il 90% degli edifici in città, le condotte del gas spaccate alimentarono un incendio e - tra i fenomeni più inusuali - 8 a 10 minuti dopo il terremoto il lungomare di Messina fu distrutto da uno  tsunami di ~8 metri.

Fig.1. Questa foto (presa dal Wikipedia) scattata nel dicembre 1908 mostra il lungomare di Messina distrutto dall'ondata dello tsunami, la gente sta cercando corpi sotto le macerie.



Il terremoto causo stimati 40.000 morti a Reggio Calabria e 27.000 in Sicilia e l'area dello stretto di Messina - alcuni fonti parlano di un numero complessivo di 100.000 a 200.000 vittime nell´intera area colpita - in ogni caso una delle catastrofi naturali più letale registrata in tempi storici nell´Europa.

Il terremoto di Messina è solo uno dei tragici eventi che hanno colpito l´Italia meridionale nella sua storia - una regione situata tra le due placche continentali dell´Europa e Dell´Africa e varie microplacche e che è interessata da un'intensa attività tettonica. Ne fa testimonianza anche il fatto che la prima carta di sismicità, pubblicata dall'ingegnere irlandese - e geologo autodidatta - Robert Mallet nell´anno 1862, mostra la zona del Mediterraneo. Mallet per conto suo si interessó ai terremoti nel 1830 osservando un'immagine in un libro di scienza che mostrava due colonne deformate da un terremoto in Calabria.

Fig.2. Una raffigurazione storica - un "Vue de l'Optique composizione" (un'incisione su rame colorata a mano intesa per l´uso in una Laterna magica) - mostra le navi sulle acque agitate dello Stretto di Messina durante una serie di terremoto nel 1783 e cha causo più di 35.000 vittime.

Fig.3. Situazione tettonica semplificata dell´Italia meridionale e l´intensità del  sisma del 28. Dicembre 1908 secondo la scala modificata di Mercalli (carta dal sito dell´INGV). In questo modello i terremoti della Calabria sono associati a una fossa tettonica formata dal rollback della placcha del mar Ionio.

Uno dei fenomeni più affascinanti del 1908 e il maremoto che distrusse parte della costa della Sicilia. Ricerche negli ultimi anni hanno dimostrato che il Mediterraneo e la penisola italiana sono soggetti a un possibile rischio di tsunami.
Una ricerca sul fondale della baia di Augusta ha rilevato dodici strati anomali datati a 4.500 anni. In questi strati furono trovati foraminiferi bentonici non presenti a questa profondità (72m), ma verosimilmente trasportati dalla costa dalle correnti di riflusso di antichi tsunami (SMEDILE et al. 2011).
PIGNATELLI et al. 2009 hanno ricondotto dei megablocchi ritrovati a centinaia di metri dalla costa nel entroterra della Puglia a degli tsunami storici, almeno diciassette negli ultimi 700 anni.
Il libro edito da SOLOVIEV 2000 segnala varii tsunami dal 1600 in poi per la Sicilia e la Calabria.
MARAMAI et al. 2007 descrivono degli eventi storici (1916, 1930) nei pressi di Ancona, in parte causati da terremoti ma anche da frane sottomarine, e li aggiungono al catalogo di maremoti conosciuti (8 in tutto) per la costa italiana dell´Adriatico (soprattutto la zona tra Venezia fino a Rimini e la penisola di Gargano).

Per quanto riguarda il maremoto di Messina rimangono molti dubbi sulla sua origine - si veda anche l´interessante discussione da parte di A. Piombino sul terremoto di Messina su "scienzeedintorni". Uno tsunami è causato da un improvviso spostamento della colonna d´acqua e può essere generato sia da movimenti del fondale marino durante un terremoto o da spostamenti di una frana generata da un terremoto. Nel 2008 fu proposta che il terremoto di Messina era troppo debole per spiegare il maremoto osservato e che il tsunami era il risultato di una frana sottomarina sulla costa della Sicilia.

Bibliografia:

MARAMAI, A.; GRAZIANI, L. & TINTI, S. (2007): Investigation on tsunami effects in the central Adriatic Sea during the last century - a contribution. Nat. Hazards Earth Syst. Sci. (7): 15-19
PIGNATELLI, C.; SANSÒ, P. & MASTRONUZZI, G. (2009): Evaluation of tsunami flooding using geomorphologic evidence. Marine Geology 260: 6-18
SMEDILA, A.; DE MARTINI, P.M.; PANTOSTI, D.; BELLUCCI, L.; DEL CALO, P.; GASPERINI, L.; PIRROTTA, C.; POLONIA, A. & BOSCHI, E. (2011): Possible tsunami signatures from an integrated study in the Augusta Bay offshore (Eastern Sicily-Italy). Marine Geology 281: 1-13
SOLOVIEV, S.L.; SOLOVIEVA, O.N.; GO, C.N.; KIM, K.S. & SHCHETNIKOV, N.A. (2000): Tsunamis in the Mediterranean Sea 2000 B.C.-2000 A.D. Advances in Natural and Technological Research, Kluwer Academic Publisher: 260

3 commenti:

  1. L'articolo è molto interessante ed esauriente.

    La carta tettonica che proponi mostra molto bene il quadro sismotettonico dell'arco Calabro. Per avere un quadro completo ci vorrebero anche i meccanismi focali.

    Si vede molto bene l'allineamento degli picentri lungo le principali direttrici tettoniche alla scala regionale. Inoltre è interessante anche la distribuzione deglie epicentri, i quali sono concentrati lungo una fascia NE-SW e poi arrivati a sbattere contro la struttura tettonica tracorrente della Sicilia settentrionale, gli epicentri sembrano disperdersi (in concomitanza all'Etna).

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  2. Esistono per i meccanismi focali di terremoti storici delle informazioni online ? - non mi son fermato piú di tanto sull´argomento, ma non avrei trovato nulla a riguardo

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  3. Ho condiviso nella mia pagina il tuo articolo per la semplicità dell'esposizione. Mi è piaciuto veramente. Grazie.

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