24 ottobre 2014

Il Granito di Bressanone - Un'indagine petrografica

"Noi abbiamo rapiti i fulmini al cielo, ma quel che è a poca profondità sotto questa terra che tutti calpestano è ancora un gran mistero"
 

Macedonio Melloni (1798-1854), primo direttore dell´Osservatorio del Vesuvio

La teoria della differenziazione magmatica spiega anche le osservazioni pratiche in campo.
 
Il Granito di Bressanone é stato descritto per la prima volta dal geologo Adolf Pichler, che includeva anche un ammasso tonalitico, denominato da lui "Schisto oligoclasico", in questa unita geologica. Oggigiorno vengono suddivise nel Granito/Plutone di Bressanone e la Lamella Tonalitica di Mules, dato che separate sia tettonicamente che temporalmente (Il granito è datato al Permiano, mentre la tonalite all'Oligocene).
 
Il Granito di Bressanone è petrograficamente prevalentemente un Granodiorite. Datato a circa 200 milioni di anni, è l'equivalente plutonico (cioè raffreddatosi e cristallizzato in un profondità di 12 chilometri) dell'Ignimbrite di Bolzano (raffreddatosi, cristallizzato e depositato in superficie). L'intrusione magmatica appare a prima vista molto omogenea, partendo dai dintorni di Brunico nella Val Pusteria, raggiunge il suo massimo spessore apparente nella conca di Bressanone, per poi proseguire in direzioni Merano. Verso nord è delimitata tettonicamente dalla Faglia Periadriatica, mentre verso ovest e nord si può osservare un contatto metamorfico, dove la roccia magmatica incandescente ha alterato le Fillade di Bressanone.

Un' osservazione più attenta rivela che questo plutone e composto da diversi tipi di rocce ignee, che si differiscono sopratutto nel loro contenuto di cristalli mafici (di colorazione scura, come pirosseni, anfiboli e miche) - si possono trovare granito a due miche, granodiorito biotico-anfiboliche, locali varietà di graniti leucocratici e gabbri, pegmatiti e apliti.
 
Fig.1. Diagramma di Streckeisen, in onore del geologo Svizzero Albert Streckeisen (1901-1998), a cui si devono importanti contribuiti per la classificazione petrologica moderna. In questo diagramma triangolare, delimitato dai minerali principali  - quarzo - plagioclasio - feldspato potassico -  si possono inserire tutte le rocce ignee supersature di silicio (cioè rocce acide, in cui si può formare del quarzo cristallino libero).
 
Il Granodiorito, tipo di roccia dominante, si presenta composto da quarzo, feldspati, mica chiara e scura, da grana media o medio-grossa, variamente disarticolato da giunti e fratture.


Il Gabbro a grana media è caratterizzato dalla dominanza dei feldspati, la pressoché assenza di quarzo che viene rimpiazzato da pirosseni di colorazione grigio-verdi.


La Quarzo-diorite è composta da feldspati, anfiboli e quarzo libero, che danno alla roccia un colore grigio-chiaro.


Le diverse litologie sono state generate in fasi successive, con diversi gradi di differenzazione e in diversi episodi di intrusione-magmatica, anche se non è ben chiaro l'origine del magma primario.

L'intrusione del Granito di Bressanone coincide con il formarsi del supercontinente di Pangea. Questo avrebbe, come una coperta isolante, causato un aumento delle temperature alla base della crosta continentale e la fusione del mantello. Il mantello comunque si sarebbe fuso solo incompletamente, generando diverse tipologie di magma primario, da basaltico a grano-dioritico. 

In alternativa il mantello avrebbe potuto produrre solo magma di composizione basaltica, che risalendo si sarebbe differenziato per via di cristallizzazione frazionata o essere stato contaminato dalla fusione parziale di rocce della crosta continentale.

Bibliografia:
 
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CLERICI, A. (2013): Passeggiate Geologiche in Valle Isarco. Casa Editrice A. Weger, Bressanone: 363
SANDER, B. (1906): Geologische Beschreibung des Brixner Granits. Jahrbuch d. k.k. geol. Reichsanstalt. Bd. 56 (3+4): 707-743
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