14 gennaio 2015

Lo scrigno dei tesori delle Alpi - Gli Alti Tauri

Tanto tempo fa un contadino dovette condurre un toro sopra gli Alti Tauri, dal mercato ai pascoli. Ad un tratto l´animale infuriato inizio a buttare terra e sassi in aria con le sue corna. Il contadino noto un luccichio su alcune pietre dissotterrate e sperando di aver trovato dell´oro consegno alcuni campioni al fabbro - anche se non si trattava di oro comunque la scoperta valeva qualcosa - il contadino aveva scoperto un filone di rame. Un´altra versione della leggenda narra che il bestiame che veniva portato a certe sorgenti regolarmente moriva avvelenato e che nel tratto superiore del Torrente Aurino non si trovavano dei pesci, e quando fu esaminata l´acqua si scopri l´alto contenuto di metalli. Leggende di questo tipo sono abbastanza diffuse nell´arco alpino e le vere origini delle miniere della Val Aurina si sono perse nel tempo. La proposta di alcuni storici che il nome deriva da "Vallis Aurea", cioè la valle d´oro, non é sopportata da alcuna attività mineraria durante l´epoca romana. 
L´attività d´estrazione é documento solo dal 1426 in poi, quando il rame della Val Aurina era ambito metallo per la costruzione di possenti cannoni.
 
I depositi di rame della Val Aurina sono legate alle "pietre verdi" metamorfiche - in pratica grandi corpi di anfibolite, prasinite e raramente serpentinite (ofioliti), intercalati negli calcescisti che compongono l´involucro della Finestra dei Tauri - sotto forma di solfuri di rame e ferro che si trovano come vene nell'anfibolite. 

 
Fig.1. Affioramento delle "pietre verdi" (anfibolite) con scavo di prospezzione di etá medieviale.

L´origine di questa concentrazione di minerali non é completamente chiara - si potrebbe trattare di depositi di origine idrotermale, depositati in un tempo remoto intorno a sorgenti sul fondo dell'oceano. In alternativa i minerali si potrebbero essere formati grazie a circolazione di fluidi nelle rocce durante l´orogenesi. I metalli estratti nella Valle Aurina nei secoli includono rame, piombo, argento, zinco e mercurio.
 
Nel medioevo lo sfruttamento di questi giacimenti metalliferi rese la valle, e soprattutto il paese di Predoi nei pressi dei giacimenti, ricca - ma a un alto prezzo. Nel 16° secolo la domanda per legna da ardere, per costruzione e per alimentare i forni per fondere il metallo fu cosi grande che la valla fu quasi spogliata del tutto dei suoi alberi, con gravi conseguenze per il clima locale. Il cartografo Staffler scrive "gli immensi depositi di ghiaccio dei tauri incombano e le dense foreste [che proteggevano dai gelidi venti] ... sono quasi scomparse e nuovi alberi non vogliono crescere" - un contadino, cosi narrano le cronache, si mise a piangere quando vide che furono tagliati gli ultimi alberi.
 
Con la scoperta di ricchi depositi metalliferi nelle Americhe ben presto l´estrazione difficile in alta montagna perse d´importanza e nel 1893 l´ultima miniera di Predoi fu chiusa. Ma comunque l´area rimane ambita meta per molti collezionisti di minerali. La Valle Aurina è famosa per il ritrovamento dei tipici "minerali di fessura", cioè minerali cresciuti in cavità che si sono aperte durante la deformazione delle rocce, deformazione molto intensa, causata dal sollevamento della Finestra dei Tauri.

Fig.2. Ricostruzione originale di una fessura.

La Valle Rossa (Röttal) e Valle del Vento (Windtal) ha restituito campioni di titanite, calcite, clorite, ematite e adularia, ai corpi di anfibolite sono associati minerali come titanite, ematite, epidoto, quarzo, clorite, muscovite, tormalina  e periclino.

Fig.3 & 4. sopra, cristalli di calcite e sotto campione di datolite e calcite, entrambi i campioni ritrovati nella Valle del Vento
Bibliografia:

INNERHOFER, J. (1982): Taufers-Ahrn-Prettau-Die Geschichte eines Tales. Athesia-Verlag: 507

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