17 gennaio 2015

Sauropodi sopravissuti in Africa?

L´idea di grandi dinosauri non aviani ancora vivi fu resa celebre per la prima volta dal commerciante tedesco e (noto eccentrico) direttore del giardino zoologico di Amburgo Carl Hagenbeck nel 1909-12, ispirato da presunti avvistamenti di strane creature in Africa. Hagenbeck scrive di uno sconosciuto animale della Rhodesia, meta elefante e meta drago, che identifica come specie di sauropode. L´idea di uno brontosauro superstite fu presa abbastanza seria cosicché l´esploratore tedesco, Freiherr von Stein zu Lausnitz, che nel 1913-14 condusse un'esplorazione nel Congo, in una nota non pubblicata riferisce anche di aver raccolto alcuni aneddoti sul Mokele-mbembe.

Fig.1. Un dinosauro nel mondo moderno? - ricostruzione del sauropode Europasaurus holgeri.

I pigmei Bantu - secondo von Stein - raccontano di una creatura che infesterebbe le paludi di Likouala nello Congo - chiamata Mokele-mbembe, colui che ostacola il corso del fiume. Le descrizioni di questa creatura non sono unanimi e spesso vengono confuse con altrettanto mitiche creature. Generalizzando si parla di un´animale con corpo massiccio con una dimensione collocata tra l´ippopotamo ed l´elefante (5-10m), con lunga coda e collo, colore scuro marrone, coperto secondo alcuni da una pelliccia molto corta, secondo altri senza peli, con una pelle con aspetto scaglioso e di colore nero-marrone. Sarebbe una creatura acquatica, che preferisce starsene nascosta immersa nell'acqua. Come cibo preferisce le foglie e frutti del malombo (genere Landolphia), una specie di rampicante con frutti abbastanza grandi che cresce sulle sponde di fiumi e laghi.
 
L´ipotesi che questa descrizione si basa su avvistamenti di dinosauri sauropodi che sarebbero scampati miracolosamente alla grande estinzione a fine Cretaceo suscito poco interesse durante il periodo tra le due grandi guerre, ma fu rianimata grazie ad un articolo con il titolo "There Could be Dinosaurs" scritto dallo zoologo Ivan T. Sanderson (1911-1973) e pubblicato nel 1948 nel Saturday Evening Post; e ancora più tardi dal zoologo Bernard Heuvelmans (1916-2001) col suo libro "Les Derniers Dragons d´Afrique", pubblicato nel 1978.
 
È difficile valutare l´antichità del mito di Mokele-mbembe. Il biochimico e grande appassionato di criptozoologia Roy P. Mackal (1925-2013) riporta la nota di arte rupestre, scoperta in una grotta nei pressi di Nachikufu (Rhodesia) e Kuppenhöle (Tanganica), che mostrerebbe degli animali con quattro zampe, ma lungo e sinuoso corpo, coda appuntita e testa rotonda  - comunque queste raffigurazioni potrebbero riportare anche solo un coccodrillo o una giraffa. 
 
Il missionario Lievain Bonaventure descrive nel 1776 nella sua storia naturale del Congo delle gigantesche impronte di una creatura mostruosa sconosciuta, ma la descrizione si esaurisce qua e non fornisce successivi dettagli utili per l´identificazione. Alfred Aloysius Smith, mercante inglese nel Camerun, nella sua autobiografia riporta che nel 1870 avrebbe sentito la storia di una creatura mostruosa, tramandata da generazione in generazione, inoltre avrebbe anche visto delle grandi impronte con solo tre dita (una impronat di elefante dovrebbe averne cinque). Purtroppo sono solo i racconti di seconda mano e di misteriose tracce che abbondano, ma nessuna impronta indubbia è mai stata documentata.
 
Mackal nel suo libro "A living Dinosaur? In Search of Mokele-Mbembe" riporta anche le testimonianze di una caccia a questa creatura nelle paludi di Likouala e di alcuni avvistamenti avvenuti alcuni decenni prima della sua visita - solo una persona, il maestro David Mambamlo, affermo di aver visto l´animale con i propri occhi nel rio Likouala-aux-Herbes quando era ancora un bambino. Un'investigazione nella zona del presunto incontro non trovò niente, a parte una presupposta tana, che poteva essere anche di coccodrillo. 
Mackal incontrò una barriera del silenzio con gli indigeni della foresta, che si spiego con la credenza che vedeva la creatura come un dio della pioggia, oppure spirito iracondo che può anche nuocere e uccidere le persone o testimoni troppo loquaci. A questo punto è importante notare che le paludi sono di fatto aree molto mistificate. Il lago Tele, altro presunto luogo che ospita almeno un Mokele-Mbembe, è considerato zona stregata, in cui apparecchi elettronici smettono di funzionare e la cui acqua ha poteri magici. Molti ricercatori ribadiscono che i locali considerano il Mokele-Mbembe un´animale reale, non un mito - resta però il fatto che non esiste nessun tipo di prova biologica e che il presunto animale non è mai stato avvistato da uno straniero.
 
Inoltre negli ultimi anni Mokele-Mbembe è diventato un "marchio" della regione, riportato nei giornali e canali televisivi locali e molte persone sono a conoscenza della ricerca da parte di "esperti" (che troppo spesso si reclutano da ambienti con motivazione religiosa e creazionistica e perciò sono poco scettici a riguardo) di dinosauri superstiti. In parte per non deludere il visitatore, in parte per i soldi (l´accesso al lago Tele avviene anche a pagamento), sembra che i locali sono più che pronti a identificare tra diverse immagine presentate il "brontosauro". "Brontosauro" comunque è la ricostruzione obsoleta di Apatosauro ed è sintomatico che i presunti dinosauri sopravvissuti del passato ricordano più l´immagine popolare propagata da film e libri che delle moderne ricostruzioni scientifiche. Interessante nota storica: la descrizione più dettagliata, fornita dagli appunti di von Stein, è anche la prima che definisce l´aspetto "sauropode" del Mokele-Mbembe, ma l´originale è perso ed esiste solo una presunta traduzione pubblicata da Willy Ley, un autore di fantascienza!
 
Che cosa rimane alla fine della storia? Presunti avvistamenti con dinosauri sono stati segnalati dal Sudafrica, Angola Tanzania, Uganda, Congo e perfino dal deserto dal Niger - un'area vastissima che implicherebbe un grande numero d'individui - ma mai sono state trovate delle prove biologiche concrete. I racconti di dinosauri dell'inizio del 20° secolo sono da prendere con cautela, di origine dubbia, e i racconti moderni influenzati dalle aspettative di chi vuole credere al Mokele-Mbembe.

Qualunque cosa sia - animale reale (forse una grande varano, come ipotizzato da Mackal) o elemento di una religione animista (che crede nella personificazione delle forze della natura), l´idea che il Mokele-Mbembe sia un dinosauro sopravissuto sembra essere più una leggenda del nostro mondo moderno che dell´Africa antica.

Bibliografia:

EMMER, R. (2010): Creature Scene Investigation - Mokele-Mbembe-fact or Fiction? Chelsea House Publishers: 104
HEUVELMANS, B. (1995): On the Track of Unknown Animals. Kegan Paul International, London: 677
LOXTON, D. & PROTHERO, D.R. (2013): Abominable Science! - Origins of the Yeti, Nessie, and other Famous Cryptids. Columbia University Press, New-York: 368
MACKAL, P.R. (1987): A living Dinosaur? In Search of Mokele-Mbembe. E.J.Brill Publisher: 224

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