Nell'Italia settentrionale cronache di eventi catastrofici datano indietro fino al XVII secolo, una ricca collezione di più di 250.00 documenti tra cui libri, articoli e relazioni sono state catalogate dall'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica di Torino. La grande maggioranza di questi documenti é databile all´inizio del XIX secolo, ma sono descritti anche eventi del XVII e XVIII secolo di aree che comprendono il territorio italiano ma anche le Alpi francesi, svizzere e austriache.
Lo studio di antiche cronologie di disastri geologici come inondazioni o frane può dare importanti informazioni su possibili eventi - per esempio una stima del tempo di ricorrenza o la loro magnitudo - oppure rilevare zone a rischio.
Dopo una colata di fango che colpi il villaggio di Termeno (Alto Adige) il 23 giugno 1986 - un simile evento non era ricordato neanche dagli più vecchi abitanti della zona - in un documento parrocchiale fu scoperta la descrizione di un evento simile che distrusse una cappella quasi 180 anni prima. È ragionevole basandosi su queste osservazioni assumere che eventi di questa magnitudo occorrono è raggiungono particolari zone con un intervallo di quasi 200 anni. Un'altra ricerca pubblicata da BERRUTI 1998 ha evidenziato 153 documenti che descrivono frane e inondazioni nella provincia di Brescia avvenute tra il VI al XVIII secolo.
Dall'inizio del XIX le informazioni disponibili aumentano notevolmente dopo che i primi giornali a base giornaliera sono pubblicati, inoltre si osserva un'esplosione della popolazione e delle infrastrutture situate nelle zone a rischio.
Le informazioni raccolte possono anche aiutare a determinare i più frequenti e pericolosi eventi naturali. Tra gli eventi disastrosi che sono stati riportati negli ultimi 200 anni dalla zona del lago di Como (Regione del Piemonte e Lombardia rispettivamente) troviamo:
- 34-53% - dislocamenti superficiali e colate di fango
- 25-11% - inondazioni fluviali
- 24-04% - esondazioni ed erosione fluviale
- 17-11% - frane e caduta di massi
Se si considera l´intero record di eventi letali per l´intera Italia settentrionale emerge una simile distribuzione:
- 36% colate di detrito
- 34% inondazioni
- 19% movimenti di massa non specificate
- 8% caduta di massi
- 2% dislocamenti superficiali
- 1% dislocamenti profondi
Negli ultimi 150 anni più di 5.000 persone sono state uccise da eventi catastrofici nell´Italia settentrionale. Questo numero include disastri artificiali, come per esempio il crollo della diga del Vajont, che sono responsabili per quasi il 60% delle fatalità. Il numero per decennio dei morti rimane sorprendentemente constante - tra i 6 a 21 individui. Quello che è cambiato è il tipo di evento che causa la fatalità. Se nel passato erano soprattutto inondazioni che colpivano le piccole comunità nei pressi di un fiume, oggigiorno sono anche incidenti stradali causati da franamenti che si rivelano potenzialmente letali.
La comparazione tra le informazioni storiche e la situazione moderna rivela anche un altro fatto sconcertante: zone che in passato sono state soggette a disastrosi eventi, come colate, inondazioni e frane, oggigiorno sono densamente popolate.
Lo studio di antiche cronologie di disastri geologici come inondazioni o frane può dare importanti informazioni su possibili eventi - per esempio una stima del tempo di ricorrenza o la loro magnitudo - oppure rilevare zone a rischio.
Dopo una colata di fango che colpi il villaggio di Termeno (Alto Adige) il 23 giugno 1986 - un simile evento non era ricordato neanche dagli più vecchi abitanti della zona - in un documento parrocchiale fu scoperta la descrizione di un evento simile che distrusse una cappella quasi 180 anni prima. È ragionevole basandosi su queste osservazioni assumere che eventi di questa magnitudo occorrono è raggiungono particolari zone con un intervallo di quasi 200 anni. Un'altra ricerca pubblicata da BERRUTI 1998 ha evidenziato 153 documenti che descrivono frane e inondazioni nella provincia di Brescia avvenute tra il VI al XVIII secolo.
Dall'inizio del XIX le informazioni disponibili aumentano notevolmente dopo che i primi giornali a base giornaliera sono pubblicati, inoltre si osserva un'esplosione della popolazione e delle infrastrutture situate nelle zone a rischio.
Le informazioni raccolte possono anche aiutare a determinare i più frequenti e pericolosi eventi naturali. Tra gli eventi disastrosi che sono stati riportati negli ultimi 200 anni dalla zona del lago di Como (Regione del Piemonte e Lombardia rispettivamente) troviamo:
- 34-53% - dislocamenti superficiali e colate di fango
- 25-11% - inondazioni fluviali
- 24-04% - esondazioni ed erosione fluviale
- 17-11% - frane e caduta di massi
Se si considera l´intero record di eventi letali per l´intera Italia settentrionale emerge una simile distribuzione:
- 36% colate di detrito
- 34% inondazioni
- 19% movimenti di massa non specificate
- 8% caduta di massi
- 2% dislocamenti superficiali
- 1% dislocamenti profondi
Negli ultimi 150 anni più di 5.000 persone sono state uccise da eventi catastrofici nell´Italia settentrionale. Questo numero include disastri artificiali, come per esempio il crollo della diga del Vajont, che sono responsabili per quasi il 60% delle fatalità. Il numero per decennio dei morti rimane sorprendentemente constante - tra i 6 a 21 individui. Quello che è cambiato è il tipo di evento che causa la fatalità. Se nel passato erano soprattutto inondazioni che colpivano le piccole comunità nei pressi di un fiume, oggigiorno sono anche incidenti stradali causati da franamenti che si rivelano potenzialmente letali.
La comparazione tra le informazioni storiche e la situazione moderna rivela anche un altro fatto sconcertante: zone che in passato sono state soggette a disastrosi eventi, come colate, inondazioni e frane, oggigiorno sono densamente popolate.
Fig.1. La frana di Plurs/Piuro del 1618 in una rappresentazione della seconda meta del XVIII secolo.
Bibliografia:
BERRUTI, G. (1998): Levandosi i fiumi sopra le rive. Per una mappa storica del rischio idrogeologico nel Bresciano. Con il contributo della Provincia di Brescia, Grafo edizioni, Brescia: 142
STRUNK, H. (1992): Reconstructing debris flow frequency in the southern Alps back to AD 1500 using dendrogeomorphological analysis. Erosion, Debris Flows and Environment in Mountain Regions (Proceeds. of the Chengdu Symposium), IAHS Publ. No. 209: 299-306
TROPEANO, D. & TURCONI, L. (2004): Using Historical Documents for Landslide, Debris Flow and Stream Flood Prevention. Applications in Northern Italy. Natural Hazards 31: 663-679
Bibliografia:
BERRUTI, G. (1998): Levandosi i fiumi sopra le rive. Per una mappa storica del rischio idrogeologico nel Bresciano. Con il contributo della Provincia di Brescia, Grafo edizioni, Brescia: 142
STRUNK, H. (1992): Reconstructing debris flow frequency in the southern Alps back to AD 1500 using dendrogeomorphological analysis. Erosion, Debris Flows and Environment in Mountain Regions (Proceeds. of the Chengdu Symposium), IAHS Publ. No. 209: 299-306
TROPEANO, D. & TURCONI, L. (2004): Using Historical Documents for Landslide, Debris Flow and Stream Flood Prevention. Applications in Northern Italy. Natural Hazards 31: 663-679
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