20 gennaio 2013

Geologi VS Vermi della Morte

Il geologo può essere esposto a vari pericoli durante il suo lavoro - maltempo, caduta massi - ma forse una delle minacce più particolari e morte da verme della morte. 

Le prime menzioni nell'occidente di queste strane creature furono pubblicate nel 1922 nell'"Asia Magazine", in cui l´esploratore e paleontologo Roy Chapman Andrews racconta episodi della sua avventurosa spedizione nella Cina e Asia Centrale del 1919.

Andrews ripubblica i suoi resoconti nel 1926 nel libro "On the Trail of Ancient Man" e in una simile versione sei anni più tardi nell´opera "The New Conquest of Central Asia ":

"Durante la seduta con il primo ministro mi fu chiesto di catturare un esemplare dell´Allergorhai Horhai per il governo mongolo. Questo é probabilmente un animale mitico, ma forse con un'origine nei fatti, poiché ogni Mongolo del nord ci crede e presenterà perlopiù la stessa descrizione. È detto che sia lungo due piedi [60 centimetri], il corpo a forma di salsiccia, senza capo, né arti *; è talmente velenoso che anche solo toccarlo può significare morte certa. E riportato di vivere nelle zone più aride, nelle regioni sabbiose del Gobi occidentale. Quale rettile può stare alla base per la descrizione di questo mistero!
Non ho mai trovato un Mongolo che volesse ammettere di averlo visto di proprio, anche se una dozzina dice di conoscere degli uomini che l'hanno visto.
In più, quando ci siamo addentrati nella regione che è considerata l'habitat preferito della bestia, i Mongoli in quel punto ci hanno raccontato che potesse essere trovato in grande abbondanza alcune miglia da li. Se non ci fosse questa profonda e generale credenza nella sua esistenza, lo considerei solamente un mito. Lo riporto qui nella speranza che futuri esploratori del Gobi abbiano più successo nel scoprire l´ Allergorhai Horhai.
"

Allergorhai Horhai acquista notorietà dal 1991 in poi come *"verme intestino", grazie al lavoro dell'ingegnere e autore ceco Ivan Mackerle (1942-2013). Mackerle si interessa al "verme della morte" dopo averne appresa l´esistenza da un racconto fantastico del paleontologo e autore Ivan Yefremov (1908-1972), che nel 1944 pubblica il racconto "Olgoï-Khorkhoï" ("il verme mostruoso"). In questa storia un gruppo di geologi è terrorizzato dai vermi della morte - forse da qui scaturisce il rumore che tra le vittime preferite di questa creatura ci siano i geologi. Da parte loro i geologi avrebbero bruciati vivi alcune di queste bestie nel 1948.

L´organismo - se mai esiste - che si cela dietro al mito del verme della morte rimane spunto di speculazioni - lombrico gigante, serpente o anfisbene relitto - comunque sta di fatto che i poveri geologi continuano ad essere cacciati da vermi mostrosi, sia nel classico "Tremors" (1990) o il più recente (e propriamente sconosciuto)  "Monster Worms / Mongolian Death Worm" (2010).


Il Graboid, se lo conosci, lo eviti...
 
Bibliografia:

COLEMAN, L. & CLARK, J.  (1999): Cryptozoology A to Z  the Encyclopedia of Loch monsters, Sasquatch, Chupacabras, and Other Authentic mysteries of Nature.Fireside Publ. - New York: 270
EBERHART, G.M. (2002): Mysterious Creatures - A Guide to Cryptozoology. ABC-CLIO, Santa Barbara: 723

Risorse Online:

DUNNING, B. "Olgoi-Khorkhoi: The Mongolian Death Worm." Skeptoid Podcast. Skeptoid Media, Inc., 8 Jan 2013. Web. 20 Jan 2013

9 gennaio 2013

A.R. Wallace - Il naturalista dimenticato

"Più ci pensavo, più cresceva la mia convinzione che avevo finalmente trovato la legge naturale a lungo cercata, che risponde alla questione dell´origine delle specie."
Alfred Russel Wallace (1905)

Nel 1858 la piccola isola di Gilolo (oggi conosciuta come Halmahera), situata nell'arcipelago delle Molucche, era una delle regioni più remote sul globo terrestre. Una lettera consegnata il 9. Marzo 1858 nella stazione postale più vicina - sull'isola di Ternate, doveva prima essere spedita a Singapore. Da lì una nave mercantile della “British P & O Steamship Company”, che collega Hong Kong a Suez, la trasportava fino al continente africano. Dopo un proseguimento sulla terra fermo fino ad Alessandria d'Egitto, la lettera passava per il Mediterraneo fino a Parigi e Rotterdam, per arrivare a Londra.

Così, dopo tre mesi, la lettera è arrivata puntualmente la mattina presto all’indirizzo di Down House, nella cittadina di Bromley nel Kent, a 26 chilometri sud-est da Londra e a 12.000 chilometri nord-ovest della Nuova Guinea. Questa lettera conteneva un articolo di 20 pagine, con seguente titolo: “On the Tendency of Varieties to Depart Indefinitely from the Original Type” - che presentava i primi concetti che forse potevano spiegare la ricca biodiversità, la distribuzione geografica e la presenza di attuali e estinte specie imparentate tra di loro nell’Indonesia, basandosi su un primo abbozzo che l’autore della lettera aveva formulato già nel 1855. L'autore della lettera rivolta al gentiluomo naturalista C. Darwin era un certo Alfred Russel Wallace, un autodidatta in scienze naturali nato in una povera famiglia l´8. gennaio 1823 nella città gallese di Usk.

Fig.2. A.R. Wallace durante il suo viaggio di ritorno in Singapore nel 1862, da J. G. Wilson (2000): The forgotten Naturalist. In search of Alfred Russel Wallace.

Wallace aveva lavorato prima come geometra e poi come insegnante. Durante questi periodi sviluppo una passione per la botanica e le scienze naturali. Il desiderio di cimentarsi in queste discipline divenne cosi forte che ad un certo punto iniziò a organizzare una spedizione per il Sud America. Parti nel 1848, e solo nel 1852, dopo quattro anni dedicati alla raccolta di una varietà incredibile di specie animali e vegetali, decise di tornare in Inghilterra. La sua ricca collezione e gli appunti li avrebbero sicuramente fruttato molte pubblicazioni e il rispetto dei naturalisti inglesi. 

Ma poi la catastrofe, la nave sulla quale stava viaggiando, il mercantile “Helen”, si incendio e affondo nel Nord Atlantico. Wallace riuscì a salvare solo alcuni disegni. Quando finalmente arrivò in Inghilterra il primo ottobre 1852, egli aveva praticamente perso tutto - la sua collezione, il suo reddito (si guadagnava da vivere vendendo campioni raccolti ai musei e collezionisti) e la sua speranza di ottenere notorietà dalle prestigiose istituzioni scientifiche nella Gran Bretagna. Solo la somma pagata dall’assicurazione per la sua collezione lo salvò dalla rovina finanziaria. Ma senza i suoi campioni e appunti era in grado di pubblicare solo un riassunto sul suo viaggio, una narrazione di viaggi sul Rio delle Amazzoni e del Rio Negro - un libro poco considerato al suo tempo. In un primo momento giuro di non viaggiare più su di una nave, pero solo un anno dopo la vecchia passione era ricresciuta tanto forte che si imbarco su una nave diretta verso l’Indonesia, a quei tempi una delle regioni meno note ai naturalisti europei. Il 20. Aprile 1854 sbarco a Singapore. Rimane in Indonesia per 8 anni, viaggiando in questo tempo per oltre 22.000 chilometri.
Fig.3. Il tragitto di Wallace tra il 1854-1862 con aggiunto le linee biogeografiche secondo vari autori.

La sua raccolta dopo il ritorno in Inghilterra conterà più di 125.660 esemplari di animali, e avrà scoperto 1.500 nuove specie di insetti e uccelli. Questa seconda spedizione sarà pubblicato nel 1969 nel libro “The Malay Archipelago”, e stabilirà Wallace come fondatore
della disciplina scientifica della biogeografia. Ironia della sorte che è stata la sfortuna che gli ha dato la possibilità di una importante scoperta che influnzera il suo interesse per la biogeografia. Il 31. gennaio 1856, Wallace perde la nave che doveva portarlo verso Sulawesi. Per 4 mesi rimane ad aspettare in Singapore, fino a quando decide di fare una deviazione passando per le isole di Bali e Lombok. Su queste due isole nota qualcosa di importante: anche se le due isole sono separate solo da un tratto di mare ampio 30 chilometri, le specie di animali sulle due isole variano notevolmente.
Su un lato dominano tigri, rinoceronti e primati, sull’ altro lato invece canguri , koala e gli splendidi uccelli del paradiso. Egli descrive queste due distinte regioni di fauna nel suo saggio “On the Zoological Geography of the Malay Archipelago” (1859) e separa dal punto faunistico la regione occidentale dell’Indonesia da quella orientale. Nota che queste provincie faunistiche si distinguono molto di più l’una dall’altra nelle specie di uccelli e animali quadrupedi, che per esempio l'Inghilterra e il Giappone, che pur essendo isole separate da un´intero contnente hanno in comune almeno alcune specie eurasiatiche.
Fig.4. Le regioni faunistiche proposte per l´Indonesia da Wallace.

Anche se Wallace non può ancora conoscere la tettonica regionale dell’Indonesia, né l’amplitudine delle passate variazioni del livello del mare, deduce correttamente che i fatti osservati possono essere spiegati solo da grandi cambiamenti della superficie terrestre.
La spiegazione proposta da Wallace troverà conferma solo più tardi. 


Durante l'era glaciale grandi quantità di acqua erano intrappolate nelle calotte polari sotto forma di ghiaccio. Il livello del mare per questo durante l'espansione massima del ghiaccio era fino a 180m inferiore rispetto ad oggi. Questo abbassamento “scopriva” lo zoccolo continentale tra l’Indonesia orientale e il continente asiatico, e tra l’Indonesia occidentale e il continente australiano, creando la terra di Sunda, che collegava Borneo, Sumatra, Giava e Bali con l'Asia, e la terra di Sahul, che collegava la Nuova Guinea con l'Australia. Solo isole o zone circondate da profondo mare rimangono isolate, come per esempio le isole di Celebes, Timor e Flores. La barriera naturale formata da profondi tratti di mare viene chiamata nel 1868 dal naturalista Huxley “Linea di Wallace”, e la regione, che non viene mai raggiunta da grandi quadrupedi sia dall’Asia o dall’Australia, viene definita oggigiorno come "Wallacea".
Ma ritornando un momento indietro nella piccola cittadina di Bromley - Darwin da parte sua si mette dal 20. luglio in poi al lavoro per scrivere, come lo vede lui, un breve riassunto della sua teoria sulla selezione naturale, che viene pubblicata il 24. novembre 1859 sotto il titolo "On the origin of species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life".
È curioso notare che che uno dei meccanismi principali della sua teoria, la divergenza dei caratteri tra diversi organismi, é stata inserita nei suoi scritti proprio tra maggio e giugno 1858. Darwin ha copiato in parte da Wallace? Una teoria controversa tra gli studiosi e biografi di Darwin, ma senza ragionevole dubbio Darwin aveva abbastanza dati da se per dedurre il meccanismo dell´evoluzione - solo che forse li serviva l´ultima spinta per finalmente pubblicare la teoria in formato cartaceo.
Inoltre Darwin era in una posizione privilegiata in confronto a Wallace, Darwin era un gentiluomo della classe superiore britannica, aveva amici influenti, molto probabilmente Wallace da solo non avrebbe potuto promuovere la nuova teoria contro i preconcetti della scienza e società di quei tempi.
Questo non toglie che Wallace - spesso dimenticato ai tempi nostri - insieme a Darwin deve essere considerato uno dei pionieri dell’evoluzione, un principio fondamentale per capire veramente il pianeta terra.


BIBLIOGRAFIA:

Fig.1. e Fig.4 prese da WALLACE, A.R. (1876): Distribution of animals. Vol.1. Harper & Brothers Publishers. New York