17 novembre 2013

In principio fu Charles Lyell

"Il più grande merito dei Principi è che cambia l´intero pensiero , cosicché anche se ci si imbatte in una cosa non esaminata da Lyell, e come se lo si vedesse attraverso i suoi occhi."
Charles Darwin

Charles Lyell nacque nei pressi del paese scozzese di Forfarshire il 14 novembre 1797. Figlio di una famiglia benestante, Lyell avrebbe potuto scegliere una promettente - e probabilmente molto tranquilla - carriera da avvocato. Studio per primo matematica, arti classiche e giurisprudenza, ma dopo che aveva assistito a una lezione del naturalista William Buckland all´Università di Oxford nacque il suo interesse per la geologia. Dal 1827 in poi si dedico completamente a questa - a quei tempi - giovane ed entusiasmante disciplina, visitando in lungo e in largo affioramenti geologici nell´Europa, a cui seguirono più tardi alcuni viaggi negli Stati Uniti.

Fig.1. Litografia di Charles Lyell realizzata nel 1840 durante uno dei suoi viaggi negli Stati Uniti.
 

Nel periodo che va dal 1830 al 1833 pubblicò i risultati delle sue ricerche nel opera storica "Principles of Geology", in cui applicò e sviluppò ulteriormente  la teoria dell´Uniformitarismo. I principi base di questa teoria erano stati concepiti alcuni anni prima da James Hutton. Non catastrofi e cambiamenti rapidi scolpirono le forme della terra, ma lenti processi di deposizione ed erosione, osservabili anche nei tempi moderni (da cui anche il nome "Attualismo").

Fig.2. Il frontispizio del libro "Elements of Geology" di Lyell pubblicato nel 1838 - si trattava di un'opera intesa per un pubblico generale in cui Lyell proponeva le sue teorie già introdotte nella communita scientifica tramite il suo "Principles...". Questa figura rappresenta il ciclo delle rocce. Rocce magmatiche e metamorfiche si formano in profondità e sono erose da processi atmosferici in superficie. Le rocce sedimentarie si depositano nei bacini oceanici  tra le singole "elevazioni e montagne vulcaniche". Il diagramma implica anche, mostrando in sezione i strati della crosta terrestre, che questi  processi che formano oggigiorno le rocce dovevano essere  attivi anche in un remoto passato.

Nella seconda edizione della sua opera si occupo delle genesi delle rocce e  introdusse l´idea che da rocce sedimentarie tramite alte temperature, date dal contatto con rocce magmatiche, si potevano formare rocce metamorfiche. Nella terza edizione si occupo di paleontologia e stratigrafia e della storia naturale dell´uomo.
Fu proprio una copia dell´opera di Lyell a bordo del brigantino "Beagle" a dare ad un´giovane e sconosciuto naturalista di nome  C. Darwin un idea degli abissi del tempo che la terra  é la vita avevano attraversati nel passato.
 
Bibliografia:
 
RUDWICK, M.J.S. (1998): Lyell and the Principles of Geology. In: BLUNDELL, D.J. & SCOTT, A.C. (eds) "Lyell: the Past is the Key to the Present". Geological Society, London, Special Publications, 143: 3-15

3 novembre 2013

Il mistero del Granito

Uno dei più grandi misteri per i geologi del 19° secolo era la genesi delle rocce magmatiche. Il termine deriva da "magma" (che tradotto significa molle, deformabile) e fu usato in geologia per la prima volta nel 1794 dal naturalista francese Dolomieu, anche se lui lo usava per descrivere processi idrotermali. Oggigiorno magma è il termine per indicare prodotti che si generano dalla fusione di una roccia.
 
I primi geologi assumevano una netta stratificazione dell´interno terrestre - se i diversi strati di rocce fondevano si generavano diversi tipi di magma, che poi si ricristallizzavano di nuovo in diversi tipi di rocce. Di fatto rocce come il granito erano considerate le rocce più basali, depositatosi in un oceano primitivo quando le materie prime della terra si condensarono dal caos primordiale:

"tutte le osservazioni accordano, per quanto siano state fatte di recente, che il granito è la roccia di base di ogni montagna su questa terra, che tutti i restanti ammassi rocciosi si ritrovano su di esso o sui suoi lati, esso stesso in contrasto non copre più nulla, e se cosi non compone l'intero globo, nientedimeno compone la più basale crosta terrestre a noi accessibile."
Johann Wolfgang Goethe (1749-1832)

Nel 1820 il naturalista Conte Giuseppe Marzari-Pencati (1779-1836) pubblico le sue osservazioni delle relazioni geologiche nella Val di Fassa. Nel sito di Canzoccoli un granito sembrava inglobare una roccia calcarea a grana fine - secondo i modelli geologici dell´epoca questo era impossibile, il granito doveva essere la roccia più antica e trovarsi per questo sotto la roccia calcarea. 

Fig.1. Il sito di Canzoccoli visto dal paese di Predazzo...
Fig.2. ... e in una interpretazione dei rapporti litologici da parte di un geologo (1846).

Pencati, che aveva visitato i vulcani del Sud Italia, dedusse che il granito un tempo fu un fluido "iniettato" nella roccia calcarea - che pertanto era più antica della roccia magmatica e questa ultima si formava tramite cristallizzazione dal magma.

Fig.3. Filoni magmatici di colore scuro (e composizione basaltica) intrudono rocce calcarea di un barriera corallina fossile, affioramento sul sentiero geologico del Dos Capél.
 
L´idea che rocce si formano tramite cristallizzazione da materiale fuso non era del tutto nuova. Nel 1788 l´agronomo e naturalista scozzese James Hutton aveva formulato un´ipotesi secondo cui la terra é simile a una grande fornace e rocce fuse salgono in superficie dove alimentano vulcani e il magma raffreddandosi forma nuove rocce. Il geologo Charles Lyell incorpora questa ipotesi nella sua opera "Principles of Geology" (pubblicata nel 1830-33), tramite cui si diffonderà tra i geologi dell´epoca.

Ma questa scoperta significava anche che la presunta stratificazione della terra probabilmente non esisteva e che l´interno della terra era molto più omogeno di come immaginata dai primi geologi. Questo pose un grave problema, come da una roccia omogenea si possono generare diversi magmi e diverse rocce magmatiche (dal classico granito chiaro al scuro basalto). La genesi del magma era più complicata del previsto…

Fig.4. Nel 1968 furono scoperte alcuni schizzi non pubblicate di John Clerk, un artista commissionato da J. Hutton per disegnare gli affioramenti visitati e  studiati - si intravede una sequenza deformata di roccia calcarea, arenarie e marne, sul lato sinistro si intravede una intrusione magmatica omogena e che taglia i strati in modo discordante.

Bibliografia:

AVANZINI, M. & WACHTLER, M. (1999): Dolomiti La storia di una scoperta. Athesia - Bolzano: 150
DELLANTONIO, E. (1996): Geologia delle Valli di Fiemme e Fassa. Museo Civico Geologia e Etnografia - Predazzo: 72
LOOK, E.-R. & FELDMANN, L. (Hrsg.)(2006): Faszination Geologie - Die bedeutendsten Geotope Deutschlands. E. Schweizerbart´sche Verlagsbuchhandlung, Stuttgart: 179
WAGENBRETH, O.(1999): Geschichte der Geologie Deutschland. Georg Thieme Verlag: 264