Grafica tratta dal Corriere della Sera, 15 agosto 2018.
Il viadotto Polcevera, conosciuto anche come ponte Morandi dal nome dell'ingegnere Riccardo Morandi, è stato pianificato e costruito tra il 1963 e 1967. La causa del crollo sono ancora sconosciute, anche se in questi giorni sono state formulate diversi possibili scenari. Nelle prime ore, con la situazione sul luogo ancora poco chiara, alcuni media hanno parlato di un possibile smottamento sotto uno dei piloni causato dalle forti precipitazioni. Un video pubblicato online sembra mostrare che la carreggiata è la prima a cedere, con il pilone che segue solo dopo.
Anche foto pubblicate dai soccorritori sul luogo mostrano che la base del pilone crollato è rimasta intatta.
Un altro scenario proposto sui social networks parlava di movimenti di subsidenza del terreno sotto il ponte, che con passare del tempo hanno destabilizzato le fondazioni dei piloni. Secondo la carta geologica di Genova tutte le fondazioni dei piloni del viadotto si trovano in sedimenti alluvionali, composti da ghiaia e sabbia, depositati li dal torrente Polcevera. Generalizzando, terreno di questo tipo può essere un problema per costruzioni. Un torrente deposita lenti di ghiaia e sabbia, che vengono compattate in modo diverso sotto pressione. Un esempio famoso di questo fenomeno e la torre pendente di Pisa. Inoltre, in un sedimento non consolidato di questo tipo una falda variabile può causare fenomeni di erosioni nel sottosuolo, che in superficie possono causare movimenti irregolari del terreno. Al momento non sono disponibili informazioni da fare pensare che cedimento o movimenti del sottosuolo siano la causa in questo caso.
Carta geologica, in blu i depositi ghiaiosi e
sabbiosi del torrente Polcevera.
Lavori di manutenzione nel torrente Polcevera, foto del 2016.
La geologia in questo caso gioca probabilmente un ruolo secondario, determinando la posizione del viadotto. La A10 segue il spazio limitato che si trova tra il Mare Ligure e le Alpi, il che rende necessario fare passare molte tratte dell'autostrada in gallerie o su ponti.
Il scenario favorito (ma anche preliminare dato che al momento non è ancora possibile accedere al ponte crollato) dagli esperti interpellati è cedimento strutturale dei cavi portanti per cause sconosciute (corrosione?).
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