Le rocce e le montagne hanno da sempre plasmato la vita, ma anche la cultura umana. Nel medioevo la caccia a camoscio e stambecco era privilegio dei ricchi e potenti. Lo stambecco era tra le prede più rara, preziosa e ambita - “la più meraviglioso selvaggina nelle montagne alpine” come scriverà il geografo Franz Nigrinus nel 1703. Il camoscio era considerato figlio del diavolo, creato per attirare i cacciatori nelle montagne. Scrive il grande naturalista e alpinista Saussure (1786-1796) che i cacciatori di camoscio "abbiano compagnia nella selva del diavolo, che alla fine li getterà nel dirupo".
La caccia in alta montagna, da Theuerdank (1517).
Gli affreschi del Castel Roncolo sono datati al 14° secolo e rappresentano la più antica raffigurazione della caccia al camoscio e stambecco e l´unica raffigurazione della caccia con la tecnica del laccio, tipico per ambienti alpini e sopratutto il Tirolo. A differenza di molte altre pitture statiche e caratteristiche di quei tempi, le scene della caccia sono rappresentate in ordine cronologiche su un´ grande murale, tecnica che dona alle immagine grande dinamicità. Su un lato di vede dei cacciatori uscire dalle mura della città, armati di lunghe lance.
Poco dopo possiamo osservarli salire in montagna, sempre più su fino a raggiungere le più ripide pareti. Le ambite prede vengono scovate ed inseguite dai mastini di caccia fino tra le rocce. Ora i cacciatori hanno due possibilità. Salendo la rupe, usano le lunghe lance (fino a 7 metri) per spingere giù i camosci dalle pareti. Altri salgono sui bordi delle rupi e usano lungi fune con dei lacci, calati poi giù, per catturare il camoscio per il collo.
Impresa non priva di pericolo, dato che un cacciatore viene sorpreso da un stambecco che lo sta caricando con le grandi corna. Il mosaico termina con il ritorno dei cacciatori a casa, con tanto di trofei e nuovi entusiasmante racconti delle loro bravate.
Camoscio e stambecco erano stati cacciati già nel paleolitico, nel stomaco della mummia di Similaun (datata a 4.500- 4.580 anni) sono stati ritrovati tracce di carne di stambecco. Nel neolitico sono prede raramente cacciate, forse a causa di un cambiamento climatico. Con il riscaldamento dopo la fine dell´ultima era glaciale le foreste si espandono anche in altitudine, i prati alpini vengono rimpiazzati, che causa a sua volta una riduzione della distribuzione di questi animali erbivori adattati all´ambiente alpino. Durante il medioevo l´uomo altera anche gli ambienti alpini e si evolvono le armi da caccia, da lance, arco, balestra a armi da fuoco. Nel 15° secolo stambecco e camoscio erano ridotti su piccoli areali delle Alpi centrali, sull´orlo dell´estinzione ... continua
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